Alzi la mano chi non si è mai chiesto “perché si odia il Natale?”. In questa impronta divisa in due parti parlo delle cause e delle possibili vie d’uscita dalla depressione natalizia.
Come godere del Natale – Parte 2
Perché si odia il Natale, o ci si sente tristi nel periodo natalizio?
Alzi la mano di nuovo la mano chi nel periodo natalizio non abbia mai sentito almeno una fra le seguenti emozioni:
- tristezza
- rabbia
- apatia
- disappunto
- stress
- ansia
- nei casi più estremi, odio generale
Se non ti è mai successo di chiederti “perché si odia il Natale?” sappi che fai parte di una felice minoranza della popolazione.
La domanda su cui mi voglio focalizzare oggi è perché il periodo natalizio può essere vissuto in un modo talmente negativo da arrivare al punto di chiederci: perché si odia il Natale?
I dati dell’emergenza del “Christmas Blues”
Non è mia intenzione esporre sequele di numeri, quelli li si può trovare tranquillamente nel web. Devi sapere che, anche se non se ne parla molto sugli effetti del “Christmas blues”, esistono dati molto chiari in proposito. Anni fa conobbi un medico legale di Parma che mi confidò la grande richiesta di straordinari durante le vacanze natalizie a causa dell’aumento di suicidi, in particolar modo dopo capodanno. Anche l’utilizzo di psicofarmaci presenta una costante crescita nel periodo invernale con un picco nel periodo delle feste natalizie.
A parte questi drammatici dati basta guardarsi in giro per poter percepire il senso di vuoto e di tristezza che molte persone attorno a noi vivono in questo periodo.
Vedremo in questa impronta che vi sono sia fattori “ambientali” che fattori personali in gioco. La combinazione di questi fattori è in grado di creare in molte persone la “tempesta emotiva perfetta”.
Perché si odia il Natale: le cause “ambientali”
Il calo della luce
- disequilibri ormonali
- carenza di vitamine
- squilibri metabolici
- effetti sull’umore
- minore qualità del sonno
- stanchezza estrema e bassa energia
- dolori muscolari
- induzione di stati depressivi e di ansia
Gli effetti sottili
l’oscurità é semplicemente una momentanea mancanza di luce.
- Subire l’influsso di attacchi psichici
- Sentirsi fragili sotto tutti i punti di vista: fisico, emotivo e mentale
- Lasciare manifestare le nostre ombre, cioè tutti quegli aspetti che consideriamo negativi e riprovevoli e che tendiamo a nascondere e seppellire alla vista altrui
- Alimentare il nostro “corpo di dolore” cioè quella parte della nostra personalità che si sente sofferente e vittima e che si nutre di tutte le basse frequenze che generiamo
E’ importante in questa visione considerare che in realtà stiamo vivendo un momento ciclico rappresentato perfettamente dal simbolo del TAO. Stiamo andando nel momento di massima oscurità, è vero, ma esattamente nel punto di massimo buio si cela il punto luminoso che darà il via alla rinascita della luce.
La “pressione sociale” sull’odio del Natale
Quando si parla di fattori “esterni” o ambientali è necessario considerare anche i fattori sociali e tutti gli input di informazione che riceviamo costantemente.
A un osservatore piuttosto attento, infatti, non sfuggirà di notare come tutti i comportamenti meccanici e compulsivi delle persone aumentino in modo esponenziale nel periodo natalizio.
Questo tipo di osservazione risulta ancor più utile quando l’oggetto del nostro sguardo diveniamo noi stessi permettendoci di vedere e, di tanto in tanto, anche inorridire delle nostre meccanicità e nevrosi. Ricordo che autosservazione e presenza sono le prime e più efficaci armi in nostro possesso per poter svolgere un serio lavoro su di noi.
Quello che accade in questa “discesa verso il buio” del mese di dicembre è che aumenta da un lato il bisogno medio delle persone di riempire vuoti interiori e disorientamento. Questo bisogno viene spesso sopperito con l’intensificarsi di nevrosi e compulsioni e comportamenti meccanici sempre più accentuati.
La classica scena dei weekend di dicembre è la fretta e il caos del traffico nelle città con l’aumento di comportamenti aggressivi e competitivi con tanto di crolli emotivi.
Gli input mediatici
Un altro importante fattore da considerare sono gli input mediatici di questo periodo. Ai soliti messaggi depressivi e allarmistici dei media e dei telegiornali si accosta un sottofondo a tratti grottesco. Questo sottofondo è fatto di pubblicità che incitano a identificare il Natale con il consumismo e gli eccessi proposti in questo periodo:
- Eccessi alimentari
- Eccessi che riguardano tutti i vari tipi di distrazioni
- Eccessi nelle spese e nei consumi
- Eccessi di impegni, di socialità e di comunicazione vuota
In definitiva il messaggio subliminale imperante è che le festività natalizie si possano identificare come un periodo di eccessi, di caos e di accentuazione della materialità.
L’esatto contrario del messaggio spirituale del Natale e del solstizio d’inverno di tutte le tradizioni sapienziali.
Nulla è a caso.
Se tutto questo ti infastidisce puoi darti come obiettivo quello di raggiungere un sano distacco dalla follia del mondo, ma sappi che presenti sintomi di salute mentale!
“In un mondo malato i sani di mente vanno dallo psicologo!”
Perché si odia il Natale: i motivi personali
E qui veniamo al bello, al nocciolo della questione. Il nucleo più importante del fastidio nei confronti del Natale sta nel proprio vissuto e nei propri traumi familiari.
Si potrebbero definire le condizioni “ambientali” citate sopra come un pettine molto stretto che va a intercettare i nostri traumi personali. Se non ho quindi particolari memorie inconsce negative familiari potrò sentirmi per certi versi infastidito dal folle clima natalizio, ma niente di più.
L’unione familiare
Uno dei primi fattori del Natale che facilmente possono rievocare un trauma è il richiamo alla famiglia e alla sua unione. L’idea del Natale automaticamente riporta alle tradizionali riunioni familiari. Può accadere così, che gli incontri imbarazzanti a cui si è fuggiti per un anno diventino inevitabili. Con essi tutti i nodi mai affrontati, le cose non dette, le sensazioni negative legate a una o più persone. Questo fa sì che all’interno di relazioni disfunzionali il Natale sia percepito come l’obbligo di trovarsi in una situazione di disagio senza molte vie di scampo.
Il volto del Natale è quello dei nostri genitori
Naturalmente uno dei più grandi ostacoli al vivere serenamente un Natale è il rapporto fra genitori e figli. Infatti, se in questa relazione così provante sono racchiusi degli irrisolti e delle ferite importanti difficilmente il Natale potrà rievocare sensazioni di serenità. Questo vale anche per chi ha avuto uno o entrambi i genitori assenti fisicamente dalla propria vita. Una delle cose che ho imparato dalle costellazioni familiari è che
i genitori saranno sempre e comunque presenti in qualche forma nella vita d’un figlio anche se questo non li ha mai conosciuti.
La loro presenza potrà essere limitante e negativa oppure potenziante. La notizia buona è che un figlio può sempre lavorare su questa relazione perché diventi potenziante, da un certo punto della vita tutto dipenderà da lui.
Due casi da costellazioni: sono cresciuto senza il papà
Mi ricordo in particolare di due casi di persone, una donna e un uomo, entrambi affetti da “Christmas Blues” o depressione Natalizia acuta. Tutti e due erano cresciuti senza il papà, l’uomo addirittura non aveva mai visto né conosciuto suo padre. Entrambi non collegavano in nessun modo la mancanza del padre ai loro sintomi, anzi, affermavano di essere felici della loro condizione familiare. Approfondendo con le costellazioni familiari la situazione divenne per loro finalmente chiara. Il vuoto in corrispondenza alla figura paterna aveva scatenato in loro ansia, depressione e rabbia immotivate.
Il tradimento del Natale
Esistono poi memorie negative più direttamente connessi al periodo Natalizio. Per esempio ricordi dolorosi vissuti in famiglia durante quei giorni che sulla carta avrebbero dovuto essere felici.
Una delle ferite più comuni e dolorose rievocate dal Natale è la ferita del tradimento. La maggior parte dei bambini, infatti, fino a una certa età vive nel Natale l’immagine di un mondo ideale. I genitori spesso si prodigano per dare maggiori attenzioni e presenza ai figli, si costruisce un caldo mondo di luci colorate e immagini rassicuranti. Ci si alimenta con piatti golosi e tanti dolci. Dulcis in fundo esistono figure magiche come Babbo Natale, Santa Lucia o La Befana che sono in grado di esaudire i nostri desideri.
Insomma, molti di noi nei Natali dell’infanzia si sono probabilmente convinti che sarebbe sempre stato così, che ogni Natale sarebbe stato magico.
Poi accade qualcosa.
Crescendo ci viene detto che le magie del Natale sono inventate, che non esistono Babbo Natale & co. Spesso diventiamo testimoni di conflitti e problemi familiari non più celati ai nostri occhi ormai cresciuti.
Insomma, una bella tegola in testa.
Però siamo abbastanza grandi e cresciuti da non ammettere la cocente delusione e quindi ci rifugiamo spesso in alcuni luoghi comuni per giustificare il nostro dolore.
Chi odia il Natale? Il nostro bambino interiore
In fondo al nostro cuore si nasconde ancora quel bambino o bambina che vorrebbe tornare a quella magia in cui mamma e papà erano presenti e affettuosi e il mondo riservava per noi sorprese magiche.
Oppure si nasconde quel bimbo o bimba che non aveva la mamma o il papà vicini o viveva in una famiglia conflittuale, o, ancora, soffriva pesantemente per qualche motivo mentre tutto il mondo attorno festeggiava.
Ogni caso familiare è un caso speciale, però è possibile affermare che il mal di Natale spesso è sintomo di una mancanza, di una relazione interrotta. A volte una relazione con qualche familiare a volte direttamente con noi stessi e il nostro più intimo sentire.
Perché si odia il Natale: i molteplici motivi personali
Esistono poi tutta una serie di motivi personali apparentemente non legati a questioni familiari che il Natale tende ad amplificare. Questi temi riguardano blocchi, difficoltà che possono spaziare in ogni ambito della vita.
Solo per fare alcuni esempi:
- Chi si sente solo e non ha affetti
- Chi non può condividere la festività con chi desidera davvero
- Chi si trova a fare tristi bilanci, e teme il tempo che passa
- Chi si sente escluso dalla società
- Chi ha vissuto un lutto, un tradimento, una separazione, o un abbandono
- Chi ha problemi economici, fisici, o psichici
- …
Tutti questi temi solo apparentemente sembrano slegati da dinamiche familiari, ma molto spesso sono in realtà connessi a vissuti della propria famiglia. A questo proposito ti invito a leggere “Cosa sono le Costellazioni Familiari”
Se ti interessa proseguire la lettura di questo articolo riguardo le possibili vie d’uscita dalla depressione natalizia leggi la Parte 2 🔽
Bibliografia consigliata:
Lo spirito del Natale
Ruben Cedeno
La luce che cura
Fabio Marchesi