Le otto montagne: una storia di grande successo con importanti temi psico-familiari
Non c’è che dire, la storia contenuta nel libro “Le otto montagne” e ripresa nel film omonimo ha avuto un gradissimo successo. Infatti dopo il grande successo editoriale del libro suggellato dal premio strega nel 2017, è arrivata l’importante affermazione del film che si è aggiudicato il premio di migliore pellicola ai David di Donatello.
Una splendida doppia vittoria per la storia partorita da Paolo Cognetti e raccontata nel film dei registi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch con un grandissimo apprezzamento da parte del pubblico.
Di certo questo trionfo è dovuto alla grande capacità narrativa di Cognetti e al modo diretto e forte in cui il film è riuscito a rendere onore a questa storia, ma a mio avviso c’è molto di più.
Guardando, infatti, la storia con un occhio sui temi psico-familiari e psicogenalogici contenuti ho trovato molti elementi interessanti e di grande e profondo realismo. Questi elementi denotano da parte di Cognetti una grande competenza e sensibilità riguardo queste tematiche.
Ho voluto così elencare e spiegare i nuclei che ho colto in relazione a ciò che osservo attraverso le costellazioni familiari. Le otto montagne è una storia in cui si intrecciano sapientemente e in modo per niente banale tematiche familiari fondamentali.
Attenzione, se non hai ancora letto il libro o visto il film questo articolo svela la trama e il finale.
SPOILER ALERT! Le otto montagne
Il tema dominante nelle “otto montagne”: il rapporto col padre
Uno degli aspetti più evidenti nella storia de “le otto montagne” è il tema del rapporto fra il figlio maschio e il padre. Nella storia, infatti, i due protagonisti Bruno e Pietro hanno entrambi un rapporto difficile col padre anche se con modalità molto diverse. Si può dire che entrambi abbiamo un padre assente e che soffrano per tale assenza.
- Pietro ha un padre che mantiene la famiglia grazie al suo importante lavoro in città. Con suo papà Pietro non ha una relazione serena e da bambino soffre della sua lontananza quando in vacanza in montagna con la mamma il papà è assente. Può però rifarsi quando il padre lo raggiunge fra le montagne e provare con tutte le sue forze a seguirlo nelle lunghe escursioni in quota cercando di ottenere la sua approvazione e ammirazione.
- Bruno, di contro, è un bambino abbandonato dai genitori. Suo padre è alcolista e lo ha lasciato agli zii andando a lavorare lontano. Della madre non si sa nulla, ma sembra intendersi che se ne sia andata abbandonandolo.
I particolari che svelano la mancanza dei padri nei personaggi de “le otto montagne”
Un primo elemento a mio avviso interessante dei due personaggi è il modo in cui sono stati caratterizzati in alcuni particolari: entrambi all’inizio hanno la barba incolta e delle piccole dipendenze nel fumo e nell’alcol. Tutti questi aspetti sono spesso sintomatici della mancanza del padre.
Fra i due, però, chi sta peggio è Bruno al quale mancano totalmente sia il padre che la madre nella vita. Nella sua vita, infatti, si evidenzieranno sintomi e comportamenti molto evidenti legati al tema dell’abbandono fra cui un latente alcolismo sintomo della mancanza del padre e allo stesso tempo della fedeltà al suo essere alcolista.
I genitori biologici non possono essere sostituiti
Questo è uno dei principi fondamentali quando si va accanto alle storie di bambini adottati o affidati. Per quanto dei genitori sostitutivi possano mettere amore e dedizione nell’accudimento di un bambino, questo sentirà interiormente sempre la mancanza e il bisogno dei genitori biologici.
Nella storia delle otto motagne a un certo punto i genitori di Pietro decidono di farsi carico anche di Bruno e di portarlo con loro in città per farlo studiare.
La cosa non andrà mai in porto perché a quel punto il padre di Bruno torna a farsi vivo sentendosi sorpassato. Da un certo punto di vista potrebbe sembrare ingiusto l’atto di riprendersi il figlio e portarlo a lavorare con sé da parte del padre di Bruno fino ad allora assente. In realtà c’è un senso in tutto questo. Dal punto di vista sistemico, infatti, il padre sente di volere essere sostituito e per questo, anche se goffamente e a modo suo, decide di tornare a essere un padre e a riportare ordine nel sistema familiare.
La competizione per il padre
Un aspetto molto interessante che emerge in questa dinamica di sostituzione dei genitori di Bruno è quello della competizione per il padre fra Pietro e Bruno. Infatti il padre di Pietro decide di portare nelle sue escursioni in quota insieme al figlio anche Bruno. Durante queste salite Bruno riesce a distinguersi per capacità e resistenza mentre Pietro presenta varie difficoltà e non riesce a conquistare l’ammirazione che desidererebbe agli occhi del padre. Questo aspetto lo segna sia nel rapporto col padre che con Bruno sviluppando una forma di invidia verso Bruno così bravo agli occhi di suo padre.
Alla fine si vedrà che neanche Bruno beneficerà di questa sostituzione e non potrà colmare i vuoti esistenziali dovuti all’abbandono primordiale.
Inseguire i propri sogni e tradire la famiglia
Ciò che provoca la rottura definitiva fra Pietro e suo padre è uno dei temi più frequenti nel rapporto fra padre e figlio: il papà pretende da Pietro che diventi più radicato alla realtà posponendo i suoi sogni al pragmatismo di trovare un lavoro serio.
Di fronte a questa pretesa Pietro si ribella e si allontana definitivamente dal padre prendendo la sua strada ma soffrendone. Egli così farà alcune delle esperienze più importanti della sua vita viaggiando, trovando le sue passioni e il suo amore.
Attorno a questo tema si svilupperà, però, la sorpresa più bella del film.
Dopo la morte del padre Pietro, infatti, scoprirà ripercorrendo gli itinerari in montagna fatti dal padre qualcosa di sorprendete. Nei quaderni di vetta delle montagne raggiunte il padre aveva scritto dei suoi sogni e del suo grande amore e desiderio nei confronti della montagna. Pietro quindi riesce a capire che il suo sogno di libertà e di vita fuori dalla città e dagli schemi era lo stesso del padre che a suo tempo non era riuscito a vivere.
Il ragazzo così capisce di non essere diverso dal padre, al contrario di avere realizzato nella vita ciò che il padre non era riuscito a concedersi soffrendo per tutta la sua esistenza. Questo aspetto porta Pietro a riappacificarsi interiormente col padre e a riportarlo nel suo cuore. Pietro comprende che tradendo le aspettative del padre aveva fatto qualcosa anche per lui, qualcosa che egli non era riuscito a fare a suo tempo.
L’eredità delle otto montagne
Ecco un altro interessantissimo tema del film: l’eredità. Il padre di Pietro lascia in eredità una casa diroccata in montagna, casa che aveva chiesto di restaurare a Bruno.
Sarà questa eredità a fare rincontrare i due amici Bruno e Pietro. Questa eredità rappresenta anche la passione del padre di Pietro per la montagna ed è anche attraverso di essa che Pietro scopre la grande affinità con l’animo del padre. L’eredità della casa in montagna rappresenta quindi anche l’eredità interiore della passione per la montagna e dei sogni col padre.
Il denaro ha il volto della madre (Bert Hellinger)
Bruno presenta un rapporto astratto e difficile col denaro. Anche quando mette su famiglia e dovrebbe sentirsi maggiormente responsabilizzato in tal senso, Bruno non riesce a interessarsi al lato economico della sua attività e questo porta alla distruzione la sua famiglia.
Questo aspetto non è strano visto che Bruno è cresciuto senza mamma, probabilmente abbandonato. Il legame primordiale con la mamma, il suo imprinting, l’allattamento e il suo accudimento nutrono interiormente il bambino. La mancanza o l’interruzione di questo nutrimento possono creare a livello interiore un’interruzione con ciò che simbolicamente rappresenta il nutrimento nella vita: il denaro e gli aspetti economici.
Reiterare l’abbandono
Bruno, a causa delle sue difficoltà economiche, è disposto ad abbandonare di buon grado la moglie e la figlia sentendosi un pessimo padre. Egli così facendo non fa altro che rimettere in scena nella sua vita l’abbandono da lui subìto. In questo atteggiamento si vede realizzare la profezia che “chi non ha avuto un padre non può essere padre”.
Chi è stato abbandonato a sua volta abbandona tutti, per primo sé stesso. Bruno lo fa e si isola in montagna alla fine abbandonando anche l’amico Pietro.
La fedeltà alla stirpe
Al contrario Bruno è estremamente fedele e legato alla montagna e al duro lavoro di montagna. Lui vede che i suoi zii se ne stanno allontanando e così dice di volere rimanervi fedele come lo erano i suoi avi. Bruno in questo modo mostra un bisogno di appartenenza familiare. Lui che non ha avuto accudimento dai suoi genitori esprime fedeltà agli antenati venuti prima rimanendo legato alle loro fatiche a ai luoghi in cui loro vissero.
Bruno e Pietro: il confronto finale
Come ho già scritto, fino a un certo punto della storia Pietro e Bruno sembrano a loro modo persi e in difficoltà entrambi. Per tutti e due il tema del difficile rapporto col padre sembra dominare le loro vite.
A un certo punto Bruno sembra quello più stabile dei due: radicato, trova una compagna e fa una figlia continuando il suo lavoro. Pietro invece sembra perso per il mondo con i suoi viaggi in Himalaya.
La svolta avviene quando Pietro riscopre il padre leggendo i suoi pensieri più intimi nei libri di vetta in cui era stato. Pietro riportando nel cuore il padre trova un suo nuovo equilibrio nella sua vita da nomade. Egli trova la sua passione, i suoi progetti, il suo amore in Nepal e si sente appagato. Nel frattempo Bruno butta via progressivamente tutta la sua vita isolandosi, lasciando andare la sua famiglia e perdendo la capacità di autosostentamento.
L’unica cosa che rimane a Bruno è la capacità di sopravvivere da solo in montagna.
Cosa rappresenta la montagna per Bruno?
A mio avviso la montagna per Bruno ha sempre rappresentato la mamma e il suo abbraccio. Egli infatti dice che la montagna è l’unica a non averlo tradito. Per lui la montagna è la mamma che gli è sempre mancata e alla fine morire fra le sua braccia è qualcosa a cui ha aspirato per tutta la vita.
Chi impara di più?, colui che fa il giro delle otto montagne o chi arriva in cima al monte Sumeru?
Questa è la domanda fulcro della storia: chi vince? Pietro che metaforicamente ha esplorato le otto montagne o Bruno che arrivato in cima al Sumeru?
Pietro dice a un certo punto della storia a Bruno: “io vinco sempre”
E Pietro ha ragione, lui ha i genitori nel cuore. Ha avuto una madre premurosa e ha ritrovato interiormente il rapporto col padre. Lui è completo. Alla fine della storia, non a caso, non porta più la barba e non fuma più.
Per Bruno invece tocca il destino di chi non è riuscito a ricucire interiormente il rapporto con i propri genitori compromesso alla nascita.
Il mio sogno delle otto montagne
Ammetto di non avere ancora letto il libro ma di avere solo visto il film delle otto montagne. Sono rimasto particolarmente toccato da questa storia che ha risuonato in varie parti con la mia e di questo sono molto grato a Cognetti per la poesia e il realismo che la storia contiene.
Esprimo un desiderio insieme a questa impronta che è quello di potere incontrare Cognetti e intervistarlo circa la genesi di questo libro e condividere con lui le mie impressioni. Chissà che questo sogno non si possa realizzare!
Bibliografia consigliata:
Paolo Cognetti