L’impermanenza: l’aspetto della vita più temuto dai bambini
L’impermanenza è ciò che accomuna in assoluto ogni aspetto della nostra vita terrena. Ci avevi mai pensato?
Prova a osservare la tua vita come se fossi uno spettatore e guarda a ogni esperienza, ogni emozione, ogni persona, luogo, relazione, evento, qualsiasi ricordo. Cosa accomuna tutti questi aspetti della tua vita?
L’impermanenza, la provvisorietà, la transitorietà, la precarietà, l’incertezza, la caducità.
Ogni aspetto che viviamo in questo mondo ha un inizio e una fine, che ci piaccia o no.
Panta rhei – Tutto scorre
Eraclito
Potremmo dire che questa è la legge fondamentale su cui si basa la nostra esistenza terrena.
Perché questo aspetto, quindi, è così tanto temuto dall’umanità?
La paura del cambiamento e della provvisorietà nasce fin dai primi istanti della nostra vita.
Alla nascita si passa da uno stato fetale protetto quasi sempre “ideale” al confronto con una realtà ben più difficile.
I nostri primi istanti dopo la nascita sono caratterizzati dalla ricerca di sicurezza e accudimento che vengono soddisfatti nella maggior parte dei casi dalla presenza della mamma e del suo seno. In quel momento si stabilisce il primo “porto sicuro” della nostra esistenza, ciò che può garantirci la sopravvivenza.
Da quel momento il bambino istintivamente continuerà a cercare quell’abbraccio in grado di fornirgli sicurezza, nutrimento, tranquillità, calore. In una parola: sopravvivenza.
Nella ripetizione la sicurezza di sopravvivere
L’istinto quindi alla ripetizione dell’esperienza fornisce al bambino la certezza di potere sopravvivere. Questa istintiva voglia di ripetere all’infinito le esperienze positive viene portata in molti aspetti della vita dal bambino:
- Nel gioco
- Nell’approccio al mondo
- Nel nutrirsi
- Nelle relazioni a partire da quella con mamma e papà
In ogni ambito della vita per il bambino la ripetizione delle esperienze positive significa anche soddisfazione. E’ per questo che i bambini spesso tendono a ripetere quasi compulsivamente un gioco, un’esperienza, un modo di fare.
Per lo stesso motivo spesso può essere molto difficile introdurre uno nuova abitudine e lasciarne andare una vecchia. E’ importante, infatti, quando si cambia qualcosa nella vita di un bambino farlo con delicatezza e rassicurandolo.
Il mio primo impatto con l’impermanenza
Presto o tardi, però, arriverà nella vita del bambino un cambiamento inaspettato più o meno traumatico. Quando ciò accade egli può vivere un momento di terrore legato alla paura di non potercela fare nella vita.
Ricordo benissimo quando questo capitò a me.
Avevo circa 7 anni e la madre di una mia compagna di scuola morì. In quel momento capii che i genitori possono morire anche giovani. Visto che mia mamma aveva spesso problemi di salute e che mio padre lavorava in giro per il mondo su delle navi, mi trovai terrorizzato all’idea di rimanere orfano.
La paura della perdita dei miei genitori, in particolare di mia mamma, mi accompagnò interiormente fino all’età adulta.
Era nata e cresciuta in me la paura verso il cambiamento inaspettato, verso l’impermanenza della vita e di ogni suo aspetto.
Chi teme l’impermanenza? L’ego
Dal punto di vista del bambino è del tutto naturale temere il cambiamento e l’impermanenza. Egli infatti necessita di stabilità e di presenze che gli garantiscano sostentamento e sopravvivenza. Il bambino ha una visione ristretta della vita legata al suo mondo e alla sua sopravvivenza. Il bambino ha un “io” limitato legato alla sua condizione.
Cosa accade quindi quando una persona diventa adulta?
Proviamo a capire cosa significa per una persona diventare adulta dal punto di vista della sua crescita interiore.
Una persona, da questo punto di vista, è realmente adulta quando riesce a prendersi prima di tutto la responsabilità della propria vita. Inoltre una persona è adulta quando può guardare alla vita e a ogni suo aspetto così com’è nella sua interezza, accentandola ed entrando nel suo flusso attivamente.
Questo, per esempio, significa guardare all’impermanenza della vita, al suo continuo mutamento, alle sue fasi e alla sua fine con una serena presa di coscienza.
Alcune parti di noi, però, possono rimanere legate ad aspetti infantili. Queste parti, in genere, sono legate a ferite o traumi non sanati. Ne ho parlato nell’impronta dedicata all’ego.
Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio. (Antoine de Saint-Exupéry)
Essere consapevoli per vivere pienamente
Divenire quindi profondamente consapevoli dell’impermanenza della vita, di ogni suo aspetto e del suo continuo mutare, significa comprenderne l’essenza. Per farlo è necessario lasciare andare l’idea che esista qualcosa di scontato e di assodato.
Per comprendere questo ti faccio alcuni esempi:
- Siamo tutti attori temporanei del film della vita. Hai mai pensato che ogni saluto potrebbe essere l’ultimo? Il saluto ai tuoi familiari la mattina o la buonanotte la sera come il saluto distratto a un amico o a un collega. Quanto potremmo vivere più intensamente e profondamente le relazioni se fossimo realmente consapevoli che ogni incontro potrebbe essere l’ultimo. Quanta presenza, quanto ascolto, quanta comprensione, quanta sostanza potremmo aggiungere ai nostri incontri. E con quanta presenza e intensità potremmo vivere molti istanti della vita che diamo per scontati?
- Nulla ci appartiene. Ogni bene che pensiamo di possedere, la casa, l’auto, i soldi, qualsiasi cosa faccia parte della nostra vita è solo a uso temporaneo. Ogni proprietà in realtà è solo un oggetto o uno strumento di cui disponiamo provvisoriamente per svolgere il nostro servizio qui sulla terra. Nel momento della nostra morte li lasceremo tutti. Ma attenzione, tutto ciò che diamo per scontato può in qualsiasi momento venirci tolto dal destino.
Siamo solo dei custodi temporanei,
accetta che niente ti appartieneGurdjieff
- Le condizioni di vita possono cambiare in ogni istante. Anche tutto ciò che diamo per sicuro e che riguarda le condizioni in cui viviamo può cambiare radicalmente. Il clima, la società, la tecnologia, il nostro status… qualsiasi cosa.
- Impermanenza significa anche opportunità: questo è vero in ogni ambito della vita. Lo sanno bene i praticanti di arti marziali i quali cercano nel continuo mutamento del combattimento un’apertura per andare a segno.
Impermanenza è rinascita
La tensione e la preoccupazione riguardo l’impermanenza riguarda la paura di perdere ciò che ci rassicura.
In realtà dovremmo guardare verso l’impermanenza come l’eterna ruota della creazione e distruzione. L’impermanenza rende possibile il mutare anche delle situazioni negative e rende possibili nuove opportunità.
Come accadono eventi negativi inaspettati così accadono anche quelli positivi. La vita ci sorprende non solo con catastrofi e perdite, ma anche con imprevedibili miracoli.
Questo è ciò che compie la vita, l’alternanza fra vita e morte, distruzione e creazione, prendere e dare, in un flusso continuo.
Per tutti questi motivi è essenziale accogliere la legge dell’impermanenza, contemplarla e meditarci sopra. Più riusciremo a farla nostra più potremo entrare nel flusso dell’esistenza con armonia.
I mandala di sabbia tibetani
Nella tradizione del buddismo tantrico tibetano esiste una pratica meditativa che celebra l’impermanenza. La realizzazione di mandala di sabbia chiamati Dul-tson-kyil-khorda da parte dei monaci.
Questa tradizione ebbe inizio dal Buddha Shakyamuni oltre 2500 anni fa, ed è tramandata nel corso dei secoli per via orale.
Un mandala di sabbia può richiedere diverse settimane per essere terminato, e rappresenta una bellissima e ricercata opera d’arte.
Un mandala rappresenta bellezza, pace e armonia. I monaci ritengono che visualizzare un mandala serva a cambiare il flusso mentale attraverso la visione della sua bellezza e perfezione.
Una volta terminato e contemplato il mandala viene distrutto. La sua distruzione rappresenta l’impermanenza e insegna il non attaccamento, aiutando a comprendere che nulla dura per sempre.
Bibliografia consigliata: