- Libertà vs Controllo: cosa è accaduto nel 2020
- Adeguarsi, ribellarsi, trovare la propria strada
- Il distanziamento sociale
Le contraddizioni e la follia collettiva: cosa è accaduto dal 2020
- La divisione e la speciazione
- Gli attaccamenti: in cosa sei ricattabile?
- Le conclusioni sul futuro e sul nuovo mondo partendo da cosa è accaduto nel 2020
Cosa è accaduto nel 2020: i grandi temi e gli archetipi
Ciò che è accaduto nel 2020 ha portato in scena nelle nostre vite temi e archetipi fondamentali alcuni dei quali già visti nella prima parte dell’articolo “Cosa è accaduto nel 2020 – Parte 1”.
Ci siamo trovati così a dovere compiere delle scelte importanti e a scoprire dentro di noi quali sono le priorità della nostra vita.
Libertà vs controllo: cosa è accaduto nel 2020
Nel 2020 è stato rimesso in discussione dalle sua fondamenta a livello sociale il concetto di libertà. Le generazioni nate e cresciute dopo la seconda guerra mondiale hanno vissuto dando per scontate libertà e diritti di base, anche se queste, a ben vedere, sono state periodicamente calpestate in tutto il mondo, anche nei cosiddetti paesi “democratici”.
Nel 2020 è accaduto che ci siamo trovati in pochissimo tempo a dovere giustificare e, a volte, a combattere per potere fare una camminata nella natura, per respirare liberamente, per incontrare i nostri cari a casa e in ospedale, perfino per poterli assistere sul letto di morte.
La visione della libertà e dei diritti ha risvegliato un tema fondamentale delle nostre vite e diviso pesantemente i cittadini. Infatti c’è chi ha ceduto ben volentieri le proprie libertà di base in favore di una maggiore sicurezza.
“La paura si è impadronita di voi, e il caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all’attuale Alto Cancelliere: Adam Sutler. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso obbediente consenso.”
V per Vendetta – Film
Incarnare il cambiamento
La libertà e il controllo sono temi che permeano intimamente la nostra essenza. Ognuno di noi ha subito limitazioni, frustrazioni, condizionamenti fin dalla giovanissima età. Di conseguenza a quasi tutti sarà capitato di imporre nella vita tali limiti sui nostri sottoposti: in famiglia, al lavoro, nelle relazioni. Come in un grande frattale la libertà e la manipolazione sono condizioni che riceviamo/subiamo e che a nostra volta doniamo/imponiamo come in un flusso.
E così solo chi consapevolmente vuole diventare strumento di libertà, donare libertà, è pronto a creare e vivere una maggiore libertà nel mondo. Chi invece rimane inconsapevole delle proprie ferite, nella vita proverà piacere nell’imporre ed esercitare il proprio potere dove e con chi è possibile.
Ciò che è accaduto nel 2020 ha reso tutto questo evidente.
Se si vuole combattere per la propria libertà è necessario dare libertà, incarnare la pura libertà.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”
Gandhi
Adeguarsi, ribellarsi, trovare la propria strada
“Nessuno che impari a pensare può tornare a obbedire come faceva prima, non per spirito ribelle, ma per l’abitudine ormai acquisita di mettere in dubbio ed esaminare ogni cosa.”
Hannah Arendt – Le origini del totalitarismo
Un altro grande tema che ha riguardato cosa è accaduto 2020 è stato mettere a nudo in ognuno di noi la nostra indole obbediente, ribelle o riflessiva. La stragrande maggioranza dell’umanità si è divisa in obbedienti e ribelli. In entrambi i casi si è trattato di una fase reattiva, cioè:
- o si è reagito passivamente adeguandosi
- o attivamente ribellandosi alla situazione imposta.
In entrambi i casi si è trattato di reazioni meccaniche che partivano dalla struttura della propria macchina biologica, quindi in assenza di un pensiero critico articolato e di “presenza”.
Per molti questo primo stadio è stato solo uno stato di passaggio determinato dalla mancanza di preparazione interiore agli eventi incredibili fino a pochissimo tempo prima avvenuti.
Non reagire ma riflettere
Un terzo atteggiamento tenuto da una piccola minoranza che si è ulteriormente sviluppata negli anni successivi è quello del pensiero critico. Questa “terza via” è determinata dalla volontà di non lasciarsi prendere dal dualismo divisorio che ha imperato nel 2020 dove i cittadini si messi e sono stati messi l’uno contro l’altro.
Il pensiero critico richiede forza di volontà e impegno per vari motivi: il primo è quello di non farsi prendere dall’atteggiamento comune da “tifoseria” in cui si sposa una tesi o l’altra per semplice istinto di contrapposizione. In secondo luogo questo approccio richiede pazienza, studio e ricerca, documentazione sui fatti e libertà e indipendenza di pensiero nel limite del possibile.
Il terzo aspetto è che per avere un atteggiamento riflessivo è necessario essere in grado di autosservarsi: gestire le proprie emozioni senza lasciarsi trasportare da esse.
Il pensare criticamente parte dalla consapevolezza che la realtà è complessa e non riassumibile in “giusto/sbagliato” “buono/cattivo”. Esso quindi richiede lo sviluppo di una propria visione che parte dal proprio sentire nel limite del possibile fuori dagli schemi imposti.
Il distanziamento sociale
Nel 2020 ci è stata instillata l’idea che il contatto e l’incontro con il prossimo sia qualcosa di pericoloso. Questo tipo di messaggio, specie per i più giovani, è un’informazione che mina lo sviluppo equilibrato della propria socialità e la comunicazione specie fra diverse generazioni.
Chi, più di tutti, ha subito questa situazione sono stati, infatti, i bambini e gli anziani. In modo particolare sono stati divisi i bambini dai propri nonni. Gli anziani, chiaramente, sono stati i soggetti che maggiormente hanno sofferto di tale isolamento trovandosi già facilmente in uno stato di solitudine e malattia.
Ai bambini è stata sottratta una delle loro principali fonti di nutrimento emozionale: le relazioni.
La divisione intragenerazionale
L’interruzione della relazione fra generazioni provoca uno scollamento non solo a livello di comunicazione, ma una vera e propria interruzione di continuità nello scorrere intergenerazionale della vita. Lo vediamo molto chiaramente nelle costellazioni familiari: un esempio su tutti è la relazione profonda e salvifica che spesso esiste fra nonni e nipoti (puoi leggere l’articolo “i nonni nelle costellazioni familiari”). In molti casi le persone che partecipano a giornate di costellazioni familiari mi hanno detto che i loro nonni li hanno letteralmente salvati facendo da genitori. Il rapporto fra nonni e nipoti simbolicamente rappresenta in modo molto chiaro il rapporto che i nipoti hanno con i loro avi. Nessuno come nonni e bisnonni può trasmettere ai propri nipoti l’amore e la continuità della vita e dei suoi reali valori.
Anche in questo caso nessuno ha potuto improvvisare ma solo confermare ciò che è: infatti c’è chi ha continuato a coltivare i contatti umani anche sul piano simbolico di importanti gesti fisici come il contatto e l’abbraccio. Di contro c’è chi, già di natura diffidente e asociale o più semplicemente in preda alla paura, si è adeguato al distacco sociale.
Non a caso uno dei grandi temi di questi anni è la digitalizzazione della maggior parte delle attività. La digitalizzazione e l’informatica rappresentano uno strumento potentissimo e di grande utilità. E’ importante notare come in un contesto in cui si promuove il distanziamento sociale, il rischio è che la vita e le relazioni virtuali prendano gradualmente il posto della vita e delle relazioni reali fatte di contatto dei corpi fisici e sottili. Questo tipo di scambio è alla base della nostra vita e del nostro sviluppo.
Le contraddizioni e la follia collettiva: cosa è accaduto dal 2020
Sono evidenti le grandi e continue contraddizioni della narrazione esposta in questi anni su cosa è accaduto nel 2020. La narrativa mediatica degli avvenimenti, infatti, e il linguaggio di scienziati e politici è stata caratterizzata continuamente da clamorose e ripetute incoerenze.
Questo tipo di comunicazione porta l’ascoltatore progressivamente a un distacco e a una totale incomprensione della realtà. Il risultato finale è che il cittadino si convince sia impossibile riuscire a capire cosa stia accadendo e così rinuncia a farlo. A questo punto egli si affida ciecamente alle indicazioni di chi riconosce come autorità.
Questa situazione, insieme ad altri fattori che caratterizzano questo periodo storico, inducono progressivamente nell’incapacità di comprensione e infine alla follia collettiva. Se tutto questo non ti è ancora chiaro in base agli eventi accaduto dal 2020 in poi, lo sarà comunque nei prossimi mesi e anni.
La fine di un’era
Che ci piaccia o no il 2020 è stato l’inizio di una fase che durerà anni, ci è stato detto e ripetuto in tutte le salse anche dai politici. Non torneremo più alla “normalità” di prima. Per molti è iniziata una fase di paura e di costrizione, per altri una presa di coscienza e un “risveglio” dal quale non vi può essere ritorno. L’intensità degli eventi dal 2020 è proseguita e intensificata anche nel 2021 e 2022 e così sarà presumibilmente anche nei prossimi anni.
Siamo in mezzo a una tempesta e il 2020 ne è stato il semplice preludio.
Per comprendere meglio questa fase storica è necessario ampliare il nostro campo visivo. Secondo i Veda, le sacre scritture induiste, siamo al termine del Kali Yuga un’era caratterizzata da numerosi conflitti e una diffusa ignoranza spirituale. Questa fase finale di 50 anni andrebbe dal 1975 al 2025 e sarebbe caratterizzata da eventi traumatici sempre più intensi per l’umanità al termine dei quali vi sarà una rinascita.
La divisione e la speciazione
In un modo o nell’altro tutti noi abbiamo fatto esperienza diretta di quella che possiamo definire divisione sociale o con un termine in voga negli ultimi anni grazie a Igor Sibaldi “speciazione”.
La speciazione in biologia
La speciazione, in biologia è la divisione irreversibile di due gruppi in partenza appartenenti allo stesso gruppo o specie. La specie figlia differisce perché sviluppa nel tempo caratteristiche molto diverse dalla specie madre fino al punto di adattarsi ad ambienti e situazioni diverse da quelle precedentemente condivise con la specie madre.
In parole povere la speciazione avviene spontaneamente sulla base di ciò che si è già sviluppato, non è possibile sceglierla o indirizzarla come individui.
La speciazione sociale
Con ciò che è accaduto nel 2020 è possibile finalmente compreso di cosa si tratti a livello sociale.
Nel 2020 ognuno di noi di è trovato a reagire e ad agire in modo differente in base a una visione della vita, del mondo sviluppata nell’arco della propria esistenza. Nulla era improvvisabile, eravamo già diversi, gli eventi del 2020 semplicemente hanno fatto da “filtro” speciante.
Ci siamo trovati così divisi e nell’impossibilità di comunicare e proseguire una relazione profonda con familiari, amici e via dicendo.
Abbiamo quindi incontrato sulla base di questa speciazione nuovi gruppi, amicizie, relazioni con cui è possibile sviluppare progetti e avere una visione comune di futuro.
A mio parere i fattori che determinano la speciazione non sono tanto sulla base di cosa si è fatto e di quali scelte si sono compiute. Essi riguardano più ciò che sta a monte delle nostre scelte. L’atteggiamento interiore con cui si sono affrontati i temi dei precedenti paragrafi: paura, controllo, fiducia, amore, morte, apertura, coraggio, autodeterminazione. In funzione di questo atteggiamento interiore è di conseguenza possibile sviluppare una visione di futuro.
Proprio perché la nuova specie sarà chiamata a intraprendere un cammino comune è questa visione di futuro e di un nuovo mondo che fungerà da fattore unificante.
Gli attaccamenti: in cosa sei ricattabile?
Gli eventi iniziati a partire dal 2020 ci hanno esposto a un’altra grande verità: quali sono i punti deboli sui quali siamo attaccabili e ricattabili?
A partire dal confinamento del marzo 2020 ci siamo trovati a dover rinunciare a vari aspetti della vita e questo ha causato stress, depressione, ansia, paura. Il linguaggio utilizzato dai media e dalla politica, poi, è diventato gradualmente sempre più ricattatorio e sempre proiettato in un ipotetico futuro: se vuoi uscirne oggi devi fare questo e questo. Famosi gli appelli: chiudiamo ora per salvare Natale, Pasqua, vacanze estive.
Poi è arrivata l’iniezione, lì è iniziata la pressione ricattatoria sempre più profonda. Ciò è accaduto partendo dai temi più superficiali: ristoranti, cinema, via sociale, vacanze.
Casa è accaduto nel 2020: da un grande stress una grandissima opportunità
Infine è arrivato il ricatto più profondo, quello che mira alla nostra paura di non ricevere più nutrimento: il diritto al lavoro. Insieme a questo si è aggiunta l’interdizione agli uffici pubblici e commerciali e addirittura agli ospedali, il tutto condito da minacce di un futuro in cui sarebbero esistiti ghetti e deportazioni per i dissidenti.
Questa fase è stata ed è una grandissima opportunità per sentire in cosa siamo ricattabili, quali sono i nostri attaccamenti e le nostre paure più profonde. E’ su queste che manipolazione e condizionamenti possono agganciarsi. Questo momento storico rappresenta quindi un’opportunità unica per trovare la forza e i mezzi per lasciare andare i nostri attaccamenti e sperimentare una nuova dimensione della vita e dell’amore basata sulla libertà interiore.
Queste prove ci portano anche a focalizzarci su quali siano le priorità della nostra vita, cosa consideriamo sacro e inviolabile e cosa possiamo sacrificare, il punto è tutto qui.
Le conclusioni sul futuro e sul nuovo mondo partendo da cosa è accaduto nel 2020
Non è mia intenzione fare profezie, ma semplicemente estrapolare la tendenza verso cui stiamo partendo dai fatti avvenuti.
Come ho accennato nel paragrafo sulla “follia collettiva” il 2020 è stato il semplice preludio di una grande e continua tempesta. Gli eventi “difficili”, infatti, si stanno intensificando insieme alle condizioni provanti di vita per tutti noi.
La buona notizia è che mentre nel 2020 eravamo mediamente tutti impreparati a ciò che stava arrivando, ora una qualche idea ce la dovremmo essere fatta. Non siamo più gli stessi di tre anni fa, abbiamo avuto modo di crescere, di farci le ossa e di temprarci per andare incontro ai cambiamenti importanti che avverranno prossimamente.
Subire o creare
Il mondo ha iniziato a trasformarsi radicalmente: i modelli economici, sociali, di lavoro, di relazioni e di vita stanno crollando per lasciare spazio a qualcosa di nuovo.
Come sarà il nuovo?
Io credo che il nuovo mondo nascerà dei sogni, dai desideri, dalle visioni di ognuno di noi e dalla nostra capacità di autodeterminazione. Credo sia il momento buono per riscoprirci creatori della nostra realtà.
Non vi sarà un destino e un futuro unico per tutti, esattamente come è sempre accaduto nella storia. Ognuno creerà le condizioni e le opportunità in base alla propria visione e a ciò che ha potuto maturare dentro di sé.
Indipendentemente dalle profezie di morte, sciagura, disumanizzazione che ci vengono comunicate quotidianamente, alla fine la nostra realtà sarà creata, come sempre, a partire dalla nostra interiorità, dai nostri pensieri e dalle nostre emozioni correlate.
Quindi cosa fare?
Esprimi il meglio di te, la tua profonda verità, crea ciò che desideri: bellezza, armonia, dona il tuo contributo amorevole e costruttivo al mondo.
Lascia andare ciò che deve andare e concentrati sulla creazione di ciò che è nuovo e slegato dalle vecchie logiche e dalle vecchie idee del mondo.
Incarna ciò che desideri: se desideri verità esprimi verità, se desideri libertà rendi liberi gli altri, se vuoi bellezza dedicati e crea bellezza.
Se siamo in vita ora sulla terra non è un caso, ognuno di noi è chiamato alla sua specifica missione per dare il proprio specifico contributo.
Non è tempo di lamentarsi né di sentirsi vittime, ma attraverso le nostre vite di fare la differenza.
“Tu non sei una goccia nell’oceano.
Tu sei l’intero oceano in una goccia.”
Jalāl al-Dīn Rūmī
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