Prologo: cosa è successo nel 2020?
Molti di noi si stanno ancora chiedendo: “Cosa è successo nel 2020?”, guardando a quell’anno come a un brutto sogno, per molti già in parte rimosso.
Si dice che per comprendere un evento sia necessario guardarlo a distanza di tempo, a volte di molti anni. Oggi, a distanza di quasi tre anni, voglio definire un quadro il più ampio possibile su cosa è successo nel 2020.
Non parlerò né di sanità, né di economia, neanche di strategie politiche, dinamiche di potere o teorie della cospirazione. La mia analisi oggi si concentra, a partire dai fatti, su cosa è successo nel 2020 dal punto di vista sottile, interiore e spirituale. Per farlo partirò da ciò di cui sono stato testimone nel lavoro di costellatore e da ciò che ho potuto apprendere, per arrivare a una possibile visione globale.
Tutti maestri di vita finché non arriva l’esame a sorpresa
Questa è una delle frasi più incisive ereditate dagli eventi del 2020. In quei mesi di reclusione, infatti, tutte le principali e illusorie certezze della nostra vita sono state rimesse in discussione.
Comunque li si veda, i fatti del 2020, dal punto di vista della nostra tenuta interiore e del nostro equilibrio psicologico, hanno rappresentato la più importante prova a livello collettivo mondiale degli ultimi 80 anni.
Cosa è successo nel 2020 può essere definito con vari termini in base al nostro modo di vedere:
- Uno stress estremo
- Una dura prova
- Un esame
- Un attacco
- Una sfortuna
- Un’opportunità
- …
Il modo in cui anche tu sei arrivato a definire tali eventi dipende da quella che è stata la tua esperienza e la rielaborazione che ne hai fatto, ma una cosa è certa: si è trattato di un passaggio complesso e provante, di una importante difficoltà. A tale proposito ti invito a leggere l’articolo “Le difficoltà della vita”.
Come evidenziato nell’articolo, la funzione “alchemica” delle difficoltà che irrompono nella nostra vita è quella di ravvivare il fuoco della nostra evoluzione o, in altri termini, “autocreazione”.
“Ho dovuto metterti a disagio altrimenti non ti saresti mosso”L’universo
Cosa è successo nel 2020: un grande pettine ha raccolto tutti i nodi
Nella mia particolare esperienza l’immagine più significativa rimastami degli avvenimenti del 2020 è quella di un gigantesco pettine in grado di raccogliere i nodi delle nostre vite.
Ora ti spiego il perché di questa immagine.
Nella primavera del 2020, mentre eravamo tutti rinchiusi nelle nostre case, si è intensificata la vita sociale virtuale on line. E’ stato in quel momento che amici, conoscenti e anche persone sconosciute, venendo al corrente della mia attività con le costellazioni familiari, iniziarono a chiedermi aiuto in relazione a vere e proprie emergenze che stavano vivendo:
- Lutti improvvisi
- Relazioni in crisi
- Paura e attacchi di panico
- Visione del lavoro
- Problemi economici
- Problemi di salute
- Solitudine
- …
In quel momento ho potuto usufruire di un punto di vista privilegiato su ciò che a livello sociale stava accadendo. Per prima cosa ho compreso che ognuno si stava trovando alla prova sui temi fondamentali della propria vita.
Un momento di grande verità
Ciò che stava avvenendo nelle nostre vite non era semplicemente un’opera di disturbo o di distruzione del nostro equilibrio interiore, si trattava con evidenza di un’ondata di verità che ci imponeva di abbandonare illusioni e maschere indossate fino ad allora.
Cosa è successo nel 2020 nelle famiglie
Tutto questo è stato chiaro a partire dalle relazioni familiari trovandoci chiusi in casa con partner, figli, genitori. In altri casi, al contrario, impossibilitati di andare a fare visita a congiunti o parenti, i nodi familiari sono stati portati all’estremo. Saltando ogni routine, abitudine quotidiana, molti schemi meccanici e “ammortizzatori” delle nostre vite sono stati sono stati letteralmente polverizzati.
In quel periodo vi è stato un record di separazioni e di molte ne sono stato diretto testimone. Diverse persone che si rivolgevano a me mi dicevano: solo ora ho capito veramente con chi vivevo e questo mi ha dato la forza di separarmi.
“Questo virus non ti ha messo la mascherina, ti ha tolto la maschera…”
Cosa è successo nel 2020 nel mondo del lavoro
Un grande cambiamento collettivo ha riguardato il rapporto col lavoro. Anche in quell’ambito ciò che è successo nel 2020 è stato qualcosa di unico: la maggior parte di noi si è trovata a casa per circa due mesi dovendo interrompere l’attività lavorativa o svolgendola in modalità domestica. Questo ci ha dato un’opportunità unica nella vita: fermarci e riflettere a lungo, sentire e valutare cosa questo stop ci poteva mostrare.
A me per primo, in quel momento, è apparso chiaro che la mia strada lavorativa avrebbe dovuto cambiare. Alcune persone mi hanno chiaramente detto, nel periodo successivo, che avevano avuto grandi difficoltà, avevano dovuto cambiare lavoro, fare scelte nuove e che questo lo vedevano ora come una benedizione. La frase che maggiormente mi è arrivata, la stessa che sento io è:
“Ho fatto delle scelte lavorative che non avrei mai potuto fare in una situazione normale e ora ne sono molto felice.”
In poche parole molte persone si sono fatte la domanda: quello che faccio è ciò che desidero veramente? C’è qualcosa di diverso che vorrei fare? E in questa situazione molti hanno ritrovato vecchi sogni e progetti irrealizzati e hanno iniziato a seguirli, oppure hanno avuto lo stimolo di creare qualcosa di nuovo.
Cosa è successo nel 2020: il nostro rapporto con il mondo
In sintesi ciò che è successo nel 2020 riguarda lo scioglimento le più grandi certezze che credevamo di avere, le certezze che sorreggevano la vita della maggior parte di noi. Abbiamo compreso che queste sicurezze sono delle illusioni su cui abbiamo posto le fondamenta della nostra vita. Da un certo punto di vista per molti si è trattato di un brusco risveglio. Nel giro di poco tempo ci si è resi conto dell’illusione dell’onnipotenza della scienza a cui siamo stati abituati negli ultimi decenni. Ci siamo riscoperti fragili dove ci credevamo forti, molti di noi hanno modificato radicalmente la visione e il rapporto con gli organi di potere riconsiderando il loro modo di agire e “proteggere” i cittadini.
In definitiva quello che è successo nel 2020 è stato un grande tsunami che ha spazzato via tanti credo e forme pensiero che ingabbiavano le nostre vite.
Molti di noi da sempre sentono qualcosa che non va nel mondo, qualcosa che non torna. Ci siamo sentiti diversi, a disagio, costretti in una realtà in cui ci sentiamo fuori posto. Forse volevamo da sempre in qualche modo “uscire” da questo sistema pur non comprendendo bene come.
Il 2020 ha iniziato a fornirci le risposte.
Il lavoro su di sé
Facendo un ulteriore passo in avanti in riferimento alle grandi difficoltà portate dal 2020, se non lo hai già fatto, potrebbe interessarti leggere l’articolo “Le difficoltà della vita”.
il 2020 ha rappresentato un’immensa opportunità e un grande impulso al lavoro su di sé, alla ricerca della nostra forza e delle nostre risorse interiori. Dal 2020, mai come prima, sono emersi temi, relatori, percorsi non più a disposizione di piccole nicchie, bensì di chiunque ne voglia attingere insegnamenti. In questi ultimi anni si è iniziato a parlare più apertamente e in maniera diffusa di argomenti quali spiritualità, viaggio dell’anima, karma, psicogenealogia e di una visione che va oltre la vita materiale e la materialità.
La grande accelerazione che è avvenuta ci ha imposto di affrontare tanti temi familiari e karmici. Questo quadro può essere visto come un’immenso stimolo alla nostra evoluzione. Sta a noi cogliere questa opportunità e cavalcare il cambiamento di questi anni.
I temi andati in scena nel 2020
La paura: la grande protagonista
Non c’è dubbio che la più grande protagonista entrata in scena con tutti gli onori nel 2020 sia stata la paura. La paura è un campo, una eggregora potentissima. Basta lasciarsi prendere inconsapevolmente per pochi istanti da essa ed è molto facile venire risucchiati nel suo campo entrando in un loop emotivo e mentale in grado di imprigionarci. Questo lo sanno perfettamente i centri di potere mondiali, come lo sappiamo intimamente anche noi. Non a caso quando si vuole esercitare potere su un bambino la cosa più semplice è trovare il modo di spaventarlo. Nella vita ripetiamo questo esercizio molte volte: non si usa forse lo strumento della paura come ultima spiaggia ogni volta che si vuole convincere qualcuno a fare qualcosa?
Informazione e controinformazione: le stesse strategie manipolatorie
Senza volere entrare in teorie del complotto è piuttosto evidente come i media e la politica in questi anni abbiano abusato delle basse frequenze della paura per manipolare e dirigere in modo scientifico la massa.
Attenzione, perché questo non è stato esercitato solo dal potere ufficiale, ma anche da tanti canali e fonti “alternative” complottiste. E’ per questo che indico la paura come la grande protagonista, perché anche molte delle persone che si ritengono immuni dalla manipolazione mediatica ufficiale si piegano alla manipolazione di un certo tipo di controinformazione.
Da una parte vi era il terrore della morte e della malattia che paralizzava e rendeva i cittadini docili e ubbidienti. Dall’altra parte molti venivano terrorizzati sui possibili metodi con cui il potere vorrebbe sterminarci.
Sia chiaro: non sto dicendo che una teoria o l’altra sia vera o falsa, non è questo il contesto in cui mi interessa parlarne. Sto portando l’attenzione sul tipo di energia utilizzata nella comunicazione: chi vi ha attratti, ingabbiati e convinti con la paura ha utilizzato un mezzo proprio del “lato oscuro”, utilizzare la paura come veicolo di comunicazione equivale a un atto di controllo manipolatorio, non di informazione.
La sopravvivenza e il rapporto con la malattia e la morte
La più grande paura del 2020 è stata naturalmente quella di non sopravvivere. Per molti è stata una paradossale scoperta: tutti noi moriremo. Ebbene sì, siamo esseri mortali e la morte è una delle pochissime certezze del nostro destino. Si moriva anche prima dell’avvento del covid e si continuerà anche dopo.
Ma quindi cosa è successo nel 2020 per terrorizzarci a tal punto?
Molto semplice, dopo decenni in cui la malattia e la morte sono state nascoste e demonizzate negli ospedali, all’improvviso sono state portate compulsivamente in primo piano dai media.
Abbiamo perso nell’ultimo secolo progressivamente la familiarità, il contatto con i processi naturali dei sintomi, delle malattie e della morte. Questo ha portato in noi un estremo disagio di fronte alla mortalità e ha favorito lo sviluppo di una surreale visione egoica di immortalità e di eterna giovinezza.
E così, come ho già espresso, è stato un gioco da ragazzi utilizzare la paura come strumento di potere principale di questi anni.
Anche nella seconda fase, quella della vaccinazione, la maggior parte dei cittadini sono stati dominati dal grande campo della paura: c’era chi vi aderiva perché terrorizzato dal virus e chi, invece, vi si opponeva perché spaventato dagli effetti avversi.
Chiarisco: anche in questo caso non sto dicendo che una o l’altra scelta sia giusta o sbagliata, queste sono considerazioni che ognuno deve fare da sé, ma sto focalizzando l’attenzione su ciò che ha portato a compiere una scelta. Se la scelta è stata fatta sulla base di una paura o di un ricatto non può essere considerata una scelta minimamente lucida o libera, ma pesantemente condizionata.
Ci si sta muovendo nel campo della paura e lì si rimane.
Bibliografia consigliata:
l'amore ai tempi del covid
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Siamo noi i principali artefici del nostro destino, oppure le scelte che ci riguardano dovranno sempre essere delegate ad altri? - Paolo Ermani, Andrea Strozzi
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Il virus dell'informazione - Giulio Romano Carlo