Continua da “Intervista a Tamara Lunger – Parte1”
«Vedere un essere umano che realizza un sogno è una cosa meravigliosa. Come andare sulla Luna o scoprire l’America: questo è il motivo per cui noi siamo qui».
Tamara Lunger
Proseguiamo l’intervista a Tamara Lunger per addentrarci in temi molto più personali, Tamara continua a raccontarsi con grande disponibilità.
IL FEMMINILE IN UN AMBIENTE MASCHILE
I.V.: Quale significato ha per te portare in un ambiente prevalentemente maschile come quello dell’alpinismo il tuo contributo, la tua energia e la tua forza femminile?
Tamara: Prima non volevo “fare la femmina” ma volevo essere semplicemente una di loro finché ho capito quanto sono diversa. Lo sportivo vive tendenzialmente una dimensione egoica e si vuole definire tramite una prestazione. Questo l’ho fatto anch’io finché la vita non mi ha dato tante sconfitte.
Così non potevo più identificarmi con la prestazione e all’inizio mi sono buttata giù, ho percepito di perdere valore insieme alla prestazione. Poi però ho dovuto decidere per il mio bene di non farmi fuori da sola. Questo aspetto lo stanno vivendo in tanti, non sono nello sport, così forse posso essere un’ispirazione per altre persone. Sicuramente sono anche odiata da alcuni però non mi importa di fare l’attrice, voglio essere coerente con il mio essere, quindi rimarrò quella che sono!
IL CONFRONTO CON CRISI E PAURA
“Dopo questa tragedia ho vissuto un periodo davvero molto brutto. Mi chiedevo di continuo cosa fosse più importante, il mio sogno o la mia vita… Non sentivo più come prima la passione per la montagna. Ho incontrato due volte la moglie di Walter, Manuela. Una donna forte, che ama le montagne e m’ha detto: “Fai quello che ti rende felice!” senza aggiungere altro.” (dopo la tragedia del Cho You 2010)
I.V.: Non hai fatto mistero di avere vissuto periodi di grande crisi nella tua vita conseguenti alle tragedie vissute. In queste fasi ti sei anche fermata e ti sei messa all’ascolto di te stessa utilizzando tecniche come la meditazione.
Tamara: La meditazione è qualcosa di molto potente, anche se può sembrare una cosa “solo” mentale che per tanti è inutile. Ho capito che la parte mentale è altrettanto importante o più importante di quella fisica, non basta solo allenarsi, bisogna avere il giusto mindset la giusta immagine di sé stessi. Quando sei immersa nella energia positiva e bella ti vedi allo specchio come un’altra persona: nel corpo nel viso nell’età e questo può cambiare in 5 secondi. se succede un evento negativo che ti butta giù ti guardi allo specchio e ti vedi invecchiata di 5 anni.
Siamo molto più di un corpo o una performance, siamo qualcosa di molto più grande e molte persone non se ne rendono conto.
Quando siamo capaci di gestire questa nostra energia giornaliera di base, ci focalizziamo e vediamo le cose belle della vita, la nostra mente è amica e non nemica e ci fa vedere il mondo in chiave positiva allora abbiamo già vinto. Però bisogna scegliere questo cambiamento e avere una intenzione forte di rimanere in quella condizione, è come nell’allenamento, devi essere costante, sempre presente.
I.V.: Nella tua esperienza alpinistica ti sei trovata più di una volta inevitabilmente a muoverti in equilibrio sul filo del rasoio fra la realizzazione dei tuoi sogni e la sopravvivenza cosa a cui nella nostra società non siamo abituati a fare. Quali cambiamenti ha portato in te confrontarti con l’idea della morte?
Tamara: La morte è inevitabilmente la più grande paura che affrontiamo nella nostra vita nonostante che i miei genitori mi abbiano sempre detto che quando arriva il momento devi andare indipendentemente da dove sei e da che età hai e questo giorno è già scritto. Così ho potuto crescere libera da questa preoccupazione. Però quando pensi che stai per morire e ti guardi indietro è un momento illuminante, che ti fa comprendere cosa è veramente la vita e quanto ci tieni a vivere. Da quando ho vissuto la tragedia al K2 è tornata in me la paura della morte perché vedo di più la morte rispetto prima, prima era un ipotetico compagno di viaggio, adesso è diventata una presenza più reale. Sinceramente ho capito che non sei mai pronto ad affrontare una cosa del genere sia di morire che vedere morire gli altri.
Però se non siamo disposti a morire non iniziamo neanche a vivere e quindi non ne vale la pena di lasciarsi condizionare da questa paura.
Voglio avere una vita intensa, non aspettare a casa di avere 98 anni.
L’ISPIRAZIONE, L’INTUITO, LA FEDE
I.V.: Hai dichiarato diverse volte che nel tuo agire prendi ispirazione dall’ascolto profondo delle tue intuizioni e dalla voce della montagna. Ci racconti di questa tua connessione e di come ti aiuta nella tua attività?
Tamara: La voce della montagna è un’amplificazione dell’intuizione.
Sono convinta che anche le montagne come ogni cosa abbiano un’anima e che c’è la possibilità di entrare in connessione con loro.
E’ qualcosa di sacro: puoi capire se da una montagna sei accettata, o respinta e questo a volte è difficile da capire e da accettare ma è importante secondo me essere onesti con sé stessi e agire di conseguenza.
Si potranno avere dei rimorsi per non avere provato a dare il massimo e avere ascoltato un’intuizione, comunque ormai è andata diversamente e bisogna mantenere la fiducia in sé stessi, nella propria voce interiore e nell’universo. L’universo ti manda dei segnali sempre per una ragione.
I.V.: Per realizzare imprese come le tue sono necessari una grandissima preparazione fisica, mentale e motivazionale. Dai tuoi racconti però emerge molto di più, si percepisce una grande fede, fiducia nella vita e in Dio.
Tamara: La fiducia in me stessa e in Dio per me è fondamentale, è la base sulla quale costruire tutto sopra. Se abbiamo paura non abbiamo il coraggio di vivere il nostro sogno o la nostra vita dei sogni e questo sarebbe un peccato.
Ognuno di noi ha un talento e il suo compito è quello di esprimerlo e fare del suo meglio per poterlo vivere e essere utile agli altri di ispirazione.
Quando ti connetti a questa energia tutto quanto si crea per te. E’ un dare e ricevere. anche solo il fatto di essere una persona sorridente che esprime gioia con gli occhi lucidi che può regalare positività agli altri ti fa tornare qualcosa indietro, è uno scambio energetico fra tutto e tutti che secondo me non dobbiamo sottovalutare.
L’IMPEGNO SOCIALE E LA FELICITà
I.V.: Le tue imprese nel mondo ti hanno dato la possibilità di entrare in contatto con problematiche che riguardano le donne in vari paesi e di spenderti personalmente su questi temi, come vivi questo bellissimo aspetto della tua attività?
Tamara: Io per un certo periodo ho fatto fatica ad accettarmi come donna e ad accettare l’energia femminile così mi sono presa questo impegno di volere aiutare altre donne. Questo è uno scambio di energia, quando dedichi tempo per aiutare gli altri il risultato è che non stanno bene solo loro ma anche tu. Questo non costa nulla solo il tempo che investi, che può cambiare la vita di qualcun altro e fa stare sia loro che te stesso.
I.V.: Cosa significa oggi per Tamara essere felice?
Tamara: Per Tamara oggi sentirsi felice significa non sentirsi solo prestazione ma voglio sentirmi per la persona che sono. Significa sapermi ascoltare onestamente, e questo non deve avere a che fare limitatamente alla prestazione, sono molto di più!
Sono felice quando mi accetto così come sono, quando sento la felicità la mattina, mi dura tutto il giorno e a fine giornata vado a letto con gratitudine.
Felicità è potere apprezzare e rispettare la natura, rispettare me stessa e le altre persone.
Un grazie sentito a Tamara Lunger per la disponibilità, consigliamo ai lettori di seguirla nei social, Tamara ha un modo molto diretto e sincero di raccontarsi in grado di ispirare non solo chi va in montagna.
Bibliografia consigliata
IL RICHIAMO DEL K2
La dura lezione della montagna
IO, GLI OTTOMILA E LA FELICITà
I miei sogni, tra amore per la montagna e sfida con me stessa
Credits: foto gentilmente concesse dal sito www.tamaralunger.com